Taijiquan, equilibrio e stabilita'
«L’equilibrio e la stabilità sono gli obiettivi più importanti della pratica.
La velocità, così tanto desiderata, va ricercata attraverso la lentezza, la continuità e la fluidità.
La pratica della ‘spinta con le mani’ è fondamentale in quanto richiede un'acuta capacità di ascoltare la forza dell’avversario, percependo errori e difetti in ogni sua azione. Se egli non commette alcun errore, crea tu un’opportunità affinché sbagli. È imperativo che le tue mosse siano eseguite in modo perfetto. Finché l'avversario vuole percuoterti o attaccarti, la sua debolezza sarà presto rivelata. Preserva ciò che hai guadagnato e mantieni la stabilità.
La modestia porta guadagno, l'arroganza produce danno».
(Wu Kung-tsao, 1902-1983)
Equilibrium è il nome della nostra associazione, quindi è palese che diamo importanza a questo princìpio, infatti in medicina cinese si parla molto di "equilibrio dinamico", intendendo l'associazione del termine con tutta una serie di caratteristiche che riguardano il nostro modo di intendere la pratica, primo fra tutti, l'equilibrio fra corpo e mente.
Nella pratica del taijiquan (Tai chi chuan), si fa riferimento al concetto del tai ji (grande principio), la cui immagine ben rappresenta l'intento di unificare "l'interno con l'esterno" ovvero, attraverso un particolare modo di muoversi, riequilibrare il flusso del Qi nei meridiani e quindi agire come se l'intero corpo fosse una cosa sola, guidato dalla consapevolezza.
Oggi su internet si fa un grande e diffuso uso di termini che hanno a che fare con la medicina cinese, si parla di Jing, Qi, Shen, ecc...purtroppo la maggior parte delle persone (spesso anche presunti insegnanti) che usano questi termini ne hanno solo sentito parlare, altri invece si limitano ad imitare, pensando che basti eseguire la forma antica del gran maestro Ping Pong (nome a caso) per possedere i poteri di controllo dell'energia interna e praticare il Taijiquan "originale", che tristezza, e che amarezza per il maestro Ping Pong che si rigira nella tomba!
La consapevolezza richiede un percorso interiore che pochi sono disposti a fare, sia gli insegnanti, sia i praticanti, abituati a fare poco e fare presto; beh vi svelo un segreto, andate a fare ballo o ginnastica in palestra che fate meglio!
Sono veramente pochi gli insegnanti che praticano Taijiquan con la giusta dedizione e con alle spalle un percorso di formazione veramente approfondito e completo.
Per tornare al tema di equilibrio e stabilità, lo studio del tuishou (la spinta con le mani), è un elemento indispensabile, sin dall'inizio della pratica, perchè consente al praticante di verificare se sta veramente esprimendo i princìpi del taijiquan, e nella fattispecie se il "famoso equilibrio interiore", non salti immediatamente sotto la spinta delle mani di un avversario. Acquisendo la giusta impostazione, si potranno creare solide basi, che consentiranno di apprezzare i benefìci psicofisici della pratica e permetteranno al praticante di destreggiarsi in forme lunghe e complesse.
La velocità, così tanto desiderata, va ricercata attraverso la lentezza, la continuità e la fluidità.
La pratica della ‘spinta con le mani’ è fondamentale in quanto richiede un'acuta capacità di ascoltare la forza dell’avversario, percependo errori e difetti in ogni sua azione. Se egli non commette alcun errore, crea tu un’opportunità affinché sbagli. È imperativo che le tue mosse siano eseguite in modo perfetto. Finché l'avversario vuole percuoterti o attaccarti, la sua debolezza sarà presto rivelata. Preserva ciò che hai guadagnato e mantieni la stabilità.
La modestia porta guadagno, l'arroganza produce danno».
(Wu Kung-tsao, 1902-1983)
Equilibrium è il nome della nostra associazione, quindi è palese che diamo importanza a questo princìpio, infatti in medicina cinese si parla molto di "equilibrio dinamico", intendendo l'associazione del termine con tutta una serie di caratteristiche che riguardano il nostro modo di intendere la pratica, primo fra tutti, l'equilibrio fra corpo e mente.
Nella pratica del taijiquan (Tai chi chuan), si fa riferimento al concetto del tai ji (grande principio), la cui immagine ben rappresenta l'intento di unificare "l'interno con l'esterno" ovvero, attraverso un particolare modo di muoversi, riequilibrare il flusso del Qi nei meridiani e quindi agire come se l'intero corpo fosse una cosa sola, guidato dalla consapevolezza.
Oggi su internet si fa un grande e diffuso uso di termini che hanno a che fare con la medicina cinese, si parla di Jing, Qi, Shen, ecc...purtroppo la maggior parte delle persone (spesso anche presunti insegnanti) che usano questi termini ne hanno solo sentito parlare, altri invece si limitano ad imitare, pensando che basti eseguire la forma antica del gran maestro Ping Pong (nome a caso) per possedere i poteri di controllo dell'energia interna e praticare il Taijiquan "originale", che tristezza, e che amarezza per il maestro Ping Pong che si rigira nella tomba!
La consapevolezza richiede un percorso interiore che pochi sono disposti a fare, sia gli insegnanti, sia i praticanti, abituati a fare poco e fare presto; beh vi svelo un segreto, andate a fare ballo o ginnastica in palestra che fate meglio!
Sono veramente pochi gli insegnanti che praticano Taijiquan con la giusta dedizione e con alle spalle un percorso di formazione veramente approfondito e completo.
Per tornare al tema di equilibrio e stabilità, lo studio del tuishou (la spinta con le mani), è un elemento indispensabile, sin dall'inizio della pratica, perchè consente al praticante di verificare se sta veramente esprimendo i princìpi del taijiquan, e nella fattispecie se il "famoso equilibrio interiore", non salti immediatamente sotto la spinta delle mani di un avversario. Acquisendo la giusta impostazione, si potranno creare solide basi, che consentiranno di apprezzare i benefìci psicofisici della pratica e permetteranno al praticante di destreggiarsi in forme lunghe e complesse.