taijiquan, la formula dei 5 princìpi
Questo testo è attribuito a Li Yixu (1833-1892), nipote di Wu Yuxiang (1812-1880), fondatore dello stile Wu e uno dei più importanti redattori di testi sul Taijiquan poi adottati nella scuola di Yang Luchan (1799-1872).
Ecco il testo, che riguarda le caratteristiche principali del Taijiquan a cui faranno (o dovrebbero fare) riferimento tutti gli stili di Taijiquan. Bisogna ricordare che la redazione dei testi avvenne dopo che la pratica del Taijiquan si era già strutturata, e i cui princìpi furono, fino ad allora tramandati oralmente e che molti insegnanti erano analfabeti.
1) calma dello spirito
Senza la calma dello spirito non c'è concentrazione, e l'esecuzione dei movimenti sarà disordinata; si dovrà imparare a conoscere e seguire i movimenti dell'antagonista; se egli si ritira, allungatevi per seguire i suoi movimenti; se l'antagonista usa la forza, fate altrettanto precedendolo, se non ne fa uso, non ne fate neanche voi, precedendolo sempre con il pensiero; lo spirito deve essere sempre attento e utilizzato laddove viene sferrato l'attacco; tutto sta nell'utilizzo sapiente del pensiero creatore in luogo della forza.
2) agilità
Quando c'è pesantezza (blocco-rigidità), non potrete ne avanzare ne indietreggiare; nessun movimento deve essere maldestro; quando la forza dell'antagonista sfiora la vostra pelle, il vostro pensiero deve già penetrare nelle sue ossa. Le mani costituiscono la difesa, un solo soffio collega il tutto; se l'attacco viene a sinistra, vuotatela e schivate anche a destra, e viceversa. Il soffio è come una ruota e tutto il corpo deve essere in armonia. Bisogna controllare il corpo per mezzo dello spirito e seguire l'antagonista, invece che agire di propria iniziativa; se si è capaci di seguire, le mani acquistano la capacità di valutare, potrete quindi muovervi di conseguenza senza essere impacciati.
3) controllo del soffio
Se lasciate che il soffio si disperda, i movimenti saranno impacciati e disordinati; è dunque necessario che il soffio sia controllato, penetrando così nella colonna vertebrale; la respirazione deve penetrare in tutto il corpo, il quale allora acquista agilità. Con l'inspirazione si ha la chiusura e l'accumulo; con l'espirazione si ha apertura ed emissione del soffio; nell'inspirazione il soffio si innalza spontaneamente e può persino sollevare l'antagonista; nell'espirazione il soffio scende spontaneamente e può anche rovesciarlo. Ecco come si può far circolare il soffio con l'aiuto del pensiero, invece di comandarlo mediante la forza muscolare.
4) organizzazione dell'energia
Esercitatevi affinchè l'energia dell'intero corpo formi un tutto, e imparate a distinguere il pieno dal vuoto. Per emettere l'energia bisogna imparare a conoscere la sua fonte; essa parte dai talloni, è comandata dalla vita, si manifesta nelle dita e viene indirizzata dalla colonna vertebrale. Quando l'ntagonista si appresta ad usare la sua energia ma non l'ha ancora emessa, in quel preciso istante, la vostra forza deve essere già entrata nella sua; così avanzerete e indietreggerete senza il minimo disordine; cercate la linea retta nella curva; accumulate l'energia prima di emetterla e otterrete il risultato che cercate, questo è ciò che si intende per "utilizzare la forza dell'altro per combatterlo"; ciò corrisponde a: " quattro once possono superare mille libbre"
5) concentrazione spirituale
E' solo dopo aver rrealizzato le quattro precedenti condizioni che l'energia spirituale può essere concentrata; se essa è concentrata, tutto il soffio ne è stimolato e affinato; mediante la fusione del soffio si acquista l'energia spirituale, il vigore si innalza e si muove, la forza vitale riempie il corpo in modo regolare, apertura e chiusura si altrnano, il vuoto e il pieno si distinguono nettamente. Quando si parla di "vuoto" non significa l'assenza di energia, ma che il vigore deve essere spostato; quando si parla di "pieno" questo non vuol dire che la forza è al massimo, ma che la forza vitale deve riempire regolarmente il corpo ed essere mossa per compiere una rivoluzione tra il petto e la vita, e non all'esterno. La forza muscolare viene presa in prestito dall'altro. Il soffio è emesso dalla colonna vertebrale; come si riesce ad emettere il soffio dalla spina dorsale? Facendolo scendere cominciando dalle spalle, riunendolo nella spina dorsale, e fissandolo nella vita; quando il soffio va dall'alto verso il basso si parla di chiusura; quando dalla vita prende forma nelle braccia e va dal basso verso l'alto si parla di apertura (ndr. vedi 6 sigilli e 4 chiusure); chiudere è accumulare, aprire è lasciar andare. Colui che conosce cosa sono apertura e chiusura conosce lo yin e lo yang; arrivato a questo stadio il lavoro migliora e si raffina di giorno in giorno, fino a poter agire progressivamente secondo i propri desideri.
Ndr: leggendo questa formula ho la netta conferma dell'idea che la pratica integrale del Taijiquan sia una sola, e non dipende dagli stili nè dalle forme, ma dipende da come viene esercitato; secondo la prospettiva di lavoro sui princìpi fondamentali non ci sono dubbi, il Taijiquan ha una precisa struttura di lavoro che non ha compromessi, nonostante sia una disciplina che si è diffusa nel mondo come "ginnastica per la salute", l'originale Taijiquan non può prescindere dal fatto che debba essere esercitato come un'arte marziale che comprende necessariamente l'utilizzo della formula dei 5 princìpi, senza di essa non c'è Taijiquan, punto.
Mario Picconi
Ecco il testo, che riguarda le caratteristiche principali del Taijiquan a cui faranno (o dovrebbero fare) riferimento tutti gli stili di Taijiquan. Bisogna ricordare che la redazione dei testi avvenne dopo che la pratica del Taijiquan si era già strutturata, e i cui princìpi furono, fino ad allora tramandati oralmente e che molti insegnanti erano analfabeti.
1) calma dello spirito
Senza la calma dello spirito non c'è concentrazione, e l'esecuzione dei movimenti sarà disordinata; si dovrà imparare a conoscere e seguire i movimenti dell'antagonista; se egli si ritira, allungatevi per seguire i suoi movimenti; se l'antagonista usa la forza, fate altrettanto precedendolo, se non ne fa uso, non ne fate neanche voi, precedendolo sempre con il pensiero; lo spirito deve essere sempre attento e utilizzato laddove viene sferrato l'attacco; tutto sta nell'utilizzo sapiente del pensiero creatore in luogo della forza.
2) agilità
Quando c'è pesantezza (blocco-rigidità), non potrete ne avanzare ne indietreggiare; nessun movimento deve essere maldestro; quando la forza dell'antagonista sfiora la vostra pelle, il vostro pensiero deve già penetrare nelle sue ossa. Le mani costituiscono la difesa, un solo soffio collega il tutto; se l'attacco viene a sinistra, vuotatela e schivate anche a destra, e viceversa. Il soffio è come una ruota e tutto il corpo deve essere in armonia. Bisogna controllare il corpo per mezzo dello spirito e seguire l'antagonista, invece che agire di propria iniziativa; se si è capaci di seguire, le mani acquistano la capacità di valutare, potrete quindi muovervi di conseguenza senza essere impacciati.
3) controllo del soffio
Se lasciate che il soffio si disperda, i movimenti saranno impacciati e disordinati; è dunque necessario che il soffio sia controllato, penetrando così nella colonna vertebrale; la respirazione deve penetrare in tutto il corpo, il quale allora acquista agilità. Con l'inspirazione si ha la chiusura e l'accumulo; con l'espirazione si ha apertura ed emissione del soffio; nell'inspirazione il soffio si innalza spontaneamente e può persino sollevare l'antagonista; nell'espirazione il soffio scende spontaneamente e può anche rovesciarlo. Ecco come si può far circolare il soffio con l'aiuto del pensiero, invece di comandarlo mediante la forza muscolare.
4) organizzazione dell'energia
Esercitatevi affinchè l'energia dell'intero corpo formi un tutto, e imparate a distinguere il pieno dal vuoto. Per emettere l'energia bisogna imparare a conoscere la sua fonte; essa parte dai talloni, è comandata dalla vita, si manifesta nelle dita e viene indirizzata dalla colonna vertebrale. Quando l'ntagonista si appresta ad usare la sua energia ma non l'ha ancora emessa, in quel preciso istante, la vostra forza deve essere già entrata nella sua; così avanzerete e indietreggerete senza il minimo disordine; cercate la linea retta nella curva; accumulate l'energia prima di emetterla e otterrete il risultato che cercate, questo è ciò che si intende per "utilizzare la forza dell'altro per combatterlo"; ciò corrisponde a: " quattro once possono superare mille libbre"
5) concentrazione spirituale
E' solo dopo aver rrealizzato le quattro precedenti condizioni che l'energia spirituale può essere concentrata; se essa è concentrata, tutto il soffio ne è stimolato e affinato; mediante la fusione del soffio si acquista l'energia spirituale, il vigore si innalza e si muove, la forza vitale riempie il corpo in modo regolare, apertura e chiusura si altrnano, il vuoto e il pieno si distinguono nettamente. Quando si parla di "vuoto" non significa l'assenza di energia, ma che il vigore deve essere spostato; quando si parla di "pieno" questo non vuol dire che la forza è al massimo, ma che la forza vitale deve riempire regolarmente il corpo ed essere mossa per compiere una rivoluzione tra il petto e la vita, e non all'esterno. La forza muscolare viene presa in prestito dall'altro. Il soffio è emesso dalla colonna vertebrale; come si riesce ad emettere il soffio dalla spina dorsale? Facendolo scendere cominciando dalle spalle, riunendolo nella spina dorsale, e fissandolo nella vita; quando il soffio va dall'alto verso il basso si parla di chiusura; quando dalla vita prende forma nelle braccia e va dal basso verso l'alto si parla di apertura (ndr. vedi 6 sigilli e 4 chiusure); chiudere è accumulare, aprire è lasciar andare. Colui che conosce cosa sono apertura e chiusura conosce lo yin e lo yang; arrivato a questo stadio il lavoro migliora e si raffina di giorno in giorno, fino a poter agire progressivamente secondo i propri desideri.
Ndr: leggendo questa formula ho la netta conferma dell'idea che la pratica integrale del Taijiquan sia una sola, e non dipende dagli stili nè dalle forme, ma dipende da come viene esercitato; secondo la prospettiva di lavoro sui princìpi fondamentali non ci sono dubbi, il Taijiquan ha una precisa struttura di lavoro che non ha compromessi, nonostante sia una disciplina che si è diffusa nel mondo come "ginnastica per la salute", l'originale Taijiquan non può prescindere dal fatto che debba essere esercitato come un'arte marziale che comprende necessariamente l'utilizzo della formula dei 5 princìpi, senza di essa non c'è Taijiquan, punto.
Mario Picconi