Il Tai chi chuan o Tai ji quan, viene praticato da milioni di persone nel mondo, ciò che dall'esterno può apparire è l'aspetto di una disciplina lenta, morbida, praticata senza energia o sforzo, difatti viene erroneamente paragonata ad una "ginnastica dolce"; ma quello che appare è come guardare una finestra con le tende abbassate, un osservatore non esperto non riesce a scorgere quello che si cela oltre l'apparenza, perchè la tenda gli impedisce. Una visione superficiale consente solamente di vedere l'aspetto esterno del movimento, ma l'anima del Tai chi chuan ha profonde radici filosofiche che fanno riferimento alla cultura dell'antica cina e si basano sulla comprensione dei concetti di yin e yang, dei 5 movimenti e dell'I ching, entrare nella filosofia di questa disciplina è come entrare nella stanza con le tendine abbassate, e praticare questa disciplina è come diventare un tutt'uno con la filosofia a cui fa riferimento. Questo non vuol dire "diventare cinesi", ma appropriarsi di princìpi che comunque fanno riferimento all'uomo nella sua integrità, e che ormai appartengono anche al mondo occidentale, come ad esempio l'unicità di corpo e mente, l'unicitò di materia ed energia. Il praticante di Tai chi impara a bilanciare molti aspetti della sua vita, partendo da una maggiore conoscenza del proprio corpo e della relazione fra questo e l'ambiente in cui vive. Il concetto di morbidezza del tai chi, non rappresenta la mancanza della forza, ma un uso dell'energia interna e della mente, che prevede l'abbandono di certi schematismi del movimento che fanno riferimento alla sola forza muscolare; questo consente di accedere a dei sistemi di controllo del corpo che conferiscono forza nella morbidezza, tranquillità all'azione, controllo del tempo e dello spazio. Praticando cerrettamente il Tai chi chuan, nelle sue componenti del Qigong, dei movimenti delle forme e del Tui shou, si impara a connettersi con una forza primordiale, che appartiene a tutti gli uomini, ma che ci siamo dimenticati di possedere. Il Tai chi chuan è un mistero che si schiude agli occhi di chi sa guardare.
Mario Picconi
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Il Taijiquan è una delle arti marziali più straordinarie che esistono. L’aspetto più sorprendente di questa disciplina è che propone un sistema di difesa basato sul controllo, sulla calma e sull’equilibrio, anziché sull’aggressività, l’emotività e la distruzione. Modernamente il Taijiquan è molto controtendenza rispetto a discipline nate per il combattimento sportivo, che niente hanno a che vedere con la parola “arte marziale”; questa particolarità del Taijiquan lo ha reso molto popolare e diffuso nel mondo, come un sistema di difesa e al tempo stesso come una forma di mantenimento della salute mentale e del corpo.
Il Taijiquan si presenta con una certa varietà di stili, dove nessuno è in sostanza migliore degli altri, perché proprio nel concetto di Taiji, il termine “migliore di…” è un nonsenso; ciononostante il Taijiquan ha in sé il termine “quan” che significa letteralmante pugno, con questo termine vengono denominate le componenti marziali delle arti cinesi (es changquan, nanquan, xingyiquan, ecc…) . L’addestramento alla disciplina quindi non può prescindere, sin dall’inizio, dallo studio delle tecniche che introducono all’uso della corretta struttura energetica e meccanica del corpo, questo studio viene fatto anche attraverso la pratica regolare e costante del tuishou, la spinta delle mani, attraverso il quale il praticante apprende la corretta gestione del proprio corpo, della propria energia, dell’uso della forza e dell’uso del qi, e molte altre cose… Le forme che rappresentano i vari stili di Taijiquan si distinguono in modelli di movimento che posso apparire esternamente anche molto differenti fra loro, e a onor del vero gli stessi maestri cinesi sono in competizione fra loro su quale sia lo stile migliore o il “più forte”, in realtà questo tipo di considerazione non dovrebbe far parte di una condivisione marziale/taoista della pratica di questa disciplina e in certi momenti è stata anche strumentalizzata in termini di commercializzazione di un prodotto; a proposito dei vari stili di taijiquan, bisogna dire che nella sua essenza in realtà il Taijiquan è composto da pochissimi movimenti, sono infatti noti i cosiddetti “8 cancelli” e i “5 passi”, infatti in origine questa disciplina, fondata dal mitologico Chang Sanfeng, si chiamava semplicemente 13 tecniche. Tutti i movimenti degli stili moderni di taijiquan fanno riferimento a queste 13 tecniche, ed i maestri ne padroneggiano l’uso anche in combattimento. Le forme dei movimenti del Taijiquan sono tutte costituite da movimenti che si articolano secondo uno schema di lotta, che prevede l’uso di colpi, parate, calci, tecniche di atterramento o di controllo delle articolazioni. Il corretto uso del corpo è determinato dall’uso per cui un determinato movimento è stato progettato, per questo motivo lo studio del Taijiquan non può prescindere da questa conoscenza. Poi, in sostanza non si tratta di diventare chissà quali combattenti, ma è indispensabile conoscere l’integrità di ciò che si pratica affinchè tutte le componenti siano contemporanemente funzionali. Mario Picconi |
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October 2021
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