di Gabriele Prigioni
Il ricordo sfugge. Siamo dimentichi di noi stessi, inconsapevoli, ci muoviamo come automi sospinti dalla routine della società. Appare evidente, questo, durante la meditazione: non ascoltiamo il respiro, oppure ci perdiamo dopo pochi attimi di attenzione. È opportuno ricordarsi di essere nel momento presente, qui e ora, in ogni fase della vita, non rammentarlo solo nelle circostanze sfortunate, ma anche e soprattutto in quelle gioiose. Evitare di isolare il tempo dedicato alla meditazione come pratica avulsa dall’esistenza tanto per trascorrere un’ora diversa, lontani dai problemi quotidiani, ma assaporare quel momento di presenza consapevole come dono da portare nella vita di tutti i giorni, regalo da offrire agli altri. Quando un monaco ha finito l’addestramento in un monastero, viene invitato a tornare nel caravanserraglio della vita a dispensare presenti agli altri. Il proprio percorso spirituale, il ricordare se stessi, tramite l’introspezione profonda, è un cammino preparatorio al ritorno nella quotidianità: mercato caotico dal quale siamo partiti per ritrovarci e al quale dobbiamo fare ritorno consapevoli dell’inesistenza di pace e di caos, ma di aver trasceso, divenendo Uno con il Tutto, o Assoluto. Gabriele Prigioni
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October 2021
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